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venerdì 19 febbraio 2010

Torniamo ad ascoltare la voce interiore

Cari fratelli, vivere oggi in una società dove l’uomo ha nettamente migliorato le condizioni della propria vita da allungarne persino la durata della stessa, dove sono state debellate malattie legate alle condizioni di vita, dove si può comunicare molto lontano, spostarsi velocemente nei vari stati, può sembrare agli occhi degli uomini una condizione ottimale in cui vivere. Nonostante tutte queste innovazioni nel campo delle ricerche curative e tecniche, altri tipi di problemi si sono impadroniti dell’uomo.
Nella vita quotidiana vive costantemente l’ansia, il panico e anche forse la più quotata depressione a cui vanno aggiunti anche i problemi legati all’alimentazione.
Tutti questi malesseri sono strettamente legati all’insicurezza e all’infelicità. Certamente si vive in un mondo molto più evoluto, ma meno felice. Perché? Forse si dovrebbe guardare un po' indietro all’origine delle cose e soprattutto dovremmo ricominciare a comprenderne il significato.
Ogni piccola cosa che ci apparteneva veniva ritenuta preziosa ed anche l’essere umano era considerato e ben collegato a tutto ciò che ruotava intorno a lui, tutto era armonicamente perfetto. L’uomo nella naturalezza coltivava i campi, osservava il cielo, la terra, gli animali e in tutto c’era comunicazione. Così il tempo scorreva nella giusta dimensione e nella giusta realtà. Ci si vestiva per coprirsi, si mangiava per nutrirsi e le cose care e preziose venivano custodite come oracoli per poi essere tramandate e mai abbandonate.
C’era sempre un legame con il tempo che passava. L’uomo continuava a mantenere le sue radici nel mondo, ma soprattutto era il mondo che viveva dentro ogni essere.
La completezza che Dio cercava era quella di aver messo in ogni suo figlio una piccola parte di se, della sua creazione, quella parte invisibile che era la protezione totale dell’essere e che ogni giorno gli inviava messaggi e lo aiutava a vivere meglio. Tutto era racchiuso nell’anima e tutto ciò che essa racchiudeva era la saggezza di Dio.
Purtroppo oggi ha più valore tutto ciò che è invece visibile, quello che emerge e che sta cercando di tagliare quel filo sottile che ci lega eternamente al Padre.
Il risultato di tutto è che l’uomo ha isolato sempre più la sua parte interiore, staccandola dal resto del creato diventando così meno riflessivo e più istintivo.
Un deserto profondo si sta creando in ogni uomo mettendolo in guardia da tutto ciò che più teme, ma questa sua difesa non fa altro che allontanarlo di più dalla vita stessa. Come si può fare a recuperare l’essenza che vive in ogni essere?
Riscoprendo le proprie origini, ritrovando le cose che ci davano felicità e soprattutto riuscendo a riascoltare quella voce interiore che Dio ha voluto donarci e che spesso, anche se non ce ne siamo accorti, ci ha fatto scegliere la strada giusta.
Quando si dice aprire il proprio cuore si intende ascoltare la voce di Dio, assimilarla, sentirsi bene con lui e poi, uniti nel sentiero, iniziare la propria giornata.
                                                         
     

                                                     

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